Class action per il contratto? Riapriamo la contrattazione

Class action per il contratto? Riapriamo la contrattazione

Class action per il contratto? Riapriamo la contrattazione

Class action dei lavoratori pubblici? Dopo la sentenza della Corte costituzionale va riaperta la contrattazione.

Le azioni messe in atto in questi 6 anni da Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa a tutela del diritti economici e previdenziali dei lavoratori pubblici e del diritto al rinnovo dei CCNL, hanno portato al giudizio di illegittimità della Consulta. E impongono ora al governo di riaprire la partita contrattuale in una vicenda che, dopo l’ingiusto blocco di due bienni, rischia di rendere ancor più aspri i conflitti sociali e alimentare il contenzioso.

Una eventuale azione di class action suscita invece serie perplessità, perchè:

  • La class action nei confronti di una pubblica amministrazione è un’azione volta all’affermazione di un diritto e non al risarcimento del danno (art. 1 d.lgs. 198/09). Un’azione diretta ad ottenere un risarcimento del danno (comunque con decorrenza successiva alla pronuncia della Consulta) può essere proposta solo con ricorso al Giudice del lavoro, che ha competenza esclusiva per le controversie relative ai rapporti di lavoro, e può essere promossa solo dai lavoratori interessati e non già da associazioni.
  • La class action può essere attuata solo a tutela di interessi e diritti collettivi riferiti a utenti e consumatori (art. 139 d.lgs. 206/05). Gli interessi e diritti tutelati dalla norma si riferiscono esplicitamente all’associazionismo dei consumatori e alla trasparenza dei contratti di acquisto di beni o servizi, e non del contratto di lavoro.

La sentenza della Corte costituzionale d’altra parte, pur dichiarando l’illegittimità sopravvenuta del blocco, esclude un effetto retroattivo, cioè un diritto al risarcimento del danno per gli anni interessati dal blocco.

Ogni iniziativa volta ad ottenere un risarcimento, pertanto, incontrerebbe lo scoglio della sentenza della Corte Costituzionale, sia per la parte precedente alla sentenza, poiché la stessa Corte adotta lo strumento della incostituzionalità sopravvenuta proprio per blindare gli anni precedenti ed esclude spazi per il recupero del pregresso; sia per la parte successiva poiché la sentenza non consente quantificazioni precise in quanto afferma che il riavvio della contrattazione economica si svolge nell’ambito delle disponibilità definite negli strumenti di politica finanziaria.

Alla luce di questo, Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa ritengono che l’unica strada percorribile per il rispetto del diritto al rinnovo sia quella finalizzata a riaprire la contrattazione. Anche in considerazione del fatto che una nuova tornata contrattuale, oltre a garantire ai lavoratori il giusto aumento retributivo, costituirebbe la leva per un’azione di riassetto complessivo del sistema della contrattazione pubblica, di revisione e di aggiornamento degli istituti del rapporto di lavoro, di promozione dei processi di innovazione tecnologica, organizzativa e professionale.

E’ per questo che, a partire dal rilancio delle iniziative di mobilitazione a livello regionale e territoriale e dalla proposta di un modello innovativo di relazioni sindacali per il pubblico impiego, la determinazione delle federazioni di categoria sarà quella di costringere il governo ad aprire subito il tavolo negoziale sui contratti.

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