San Matteo: Radiografie a letto, impianti vecchi di 20 anni
Gli apparecchi per fare le radiografie al letto sono così vecchi che l’azienda produttrice da un anno ha sospeso il contratto di manutenzione.
Per l’azienda sono arrivati a “fine vita”, significa che per ogni guasto l’intervento si paga, e non sempre ci sono i pezzi di ricambio. Così un paio di apparecchi rotti restano lì, in corridoio: non si sa mai che possa servire un pezzo per uno dei macchinari che ancora funzionano.
Dopo 21 anni di onorata attività. Accade al San Matteo, si tratta delle apparecchiature che i tecnici radiologi utilizzano per fare, appunto, i raggi a chi non si può muovere dal letto.
Apparecchi obsoleti. «Dovevano essere cambiati con il trasferimento al dea - spiega Marco Grignani della Uil – alcune hanno fili scoperte, altre non funzionano. Sono pesantissime, vengono portate da un reparto all’altro e perdono i pezzi. L’amministrazione si era impegnata con i tecnici di radiologia a sostituirli entro luglio, ma i tempi si sono allungati a dismisura e stiamo ancora utilizzando questi apparecchi. Già da tempo segnaliamo il problema».
Gli apparecchi hanno più di 20 anni e l’anno scorso è scaduto anche l’ultimo contratto di manutenzione con la ditta produttrice. «Per loro sono inutilizzabili», spiega Grignani. Così, se si rompe un pezzo da uno degli apparecchi, si cerca di estrarne uno funzionante da uno di quelli fuori uso. «È un anno e mezzo che pressiamo - prosegue Grignani - sono pericolosi per chi li usa, a volte vanno in cortocircuito, vorremmo capire qual è la dose di radiazioni che rilasciano. Non tolleriamo altri rinvii».
Gli apparecchi, una decina, vengono usati al Dea, nei reparti speciali, nel padiglione Forlanini. Ogni anno fanno quasi 20mila esami al letto. «Sono in arrivo - spiegano dal policlinico San Matteo - ci sono dei tempi tecnici che si sono allungati. Ma saranno sostituiti al più presto proprio perché obsoleti, nell’ambito di un piano di investimenti tecnologici più ampio». Il piano da 1,1 milioni di euro annunciato a fine giugno.
Fonte: La Provincia Pavese - 14 settembre 2016