San Matteo: Turni europei, riposi impossibili in un reparto su due
Un reparto su due al San Matteo ancora non riesce a mettere in pratica il turno europeo per medici e infermieri, quello entrato in vigore a novembre che prevede un riposo di 11 ore tra un turno e l’altro e un massimo di ore lavorative al mese.
«A Rianimazione non si riesce ad applicare – spiega Susanna Cellari della Uil Fpl – per non parlare di Patologia neonatale dove col turno a 4, che significa una notte ogni quattro giorni e straordinari di 25 ore al mese, con picchi di 44 ore per infermiere, non si riesce a rispettare nessuna normativa sull’orario di lavoro».
L’altro ieri Cgil, Cisl e Uil si sono sedute intorno a un tavolo con l’amministrazione del policlinico per parlare di orari di lavoro e matrici di turno. I sindacati e l’azienda hanno concordato di sottoscrivere un accordo sindacale sull’argomento, che dovrà rispettare l’orario di lavoro applicato alle varie unità operative e servizi (alcuni contratti prevedono il lavoro su 5 giorni, altri su 6) e le matrici di turno che potranno essere applicate all’interno della Fondazione: matrici standard, scelte sulla base di criteri stabiliti, in modo da evitare difformità tra un reparto e l’altro. Nel prossimo incontro, programmato per il 12 luglio, nel quale sono previste anche le tematiche relative alla pronta disponibilità, pause e mensa, si proseguirà la discussione sull’argomento.
Intanto è arrivato il nuovo programma informatico che consentirà ai coordinatori infermieristici di programmare i turni su base quadrimestrale: il nuovo software sarà operativo presumibilmente a partire dal mese di settembre e consentirà di formulare i turni e di monitorare l’andamento orario mensile per poter effettuare in corso d’opera le compensazioni di eventuali debiti od eccedenze orarie come previsto dalla normativa.
Entro fine luglio ci sarà un altro tavolo di trattativa: all’ordine del giorno la discussione sull'accordo economico 2016, nel quale si discuterà di tutti gli istituti contrattuali in esso contenuti, posizioni organizzative, fondi contrattuali (disagio - produttività – fasce), ma anche coordinamenti e libera professione intramoenia. «Riguardo alla libera professione – spiega la segreteria provinciale della Uil – – l'Amministrazione ha dichiarato di aver istituito un tavolo paritetico e, a seguito di richiesta sindacale, è stato concordato di inserire all’interno del tavolo anche un componente appartenente al personale del comparto».
Fonte: La Provincia Pavese - 30 giugno 2016