San Matteo: turno europeo, in arrivo altri 13 infermieri
Tredici nuovi infermieri stanno per arrivare al San Matteo. Si tratta di assunzioni che l’Azienda ospedaliera aveva promesso e concordato con i sindacati nel gennaio scorso. «Quattordici infermieri sono stati assunti dalla nostra graduatoria, ora ne aspettiamo altri 13, come l’azienda ospedaliera ha promesso nell’incontro tenuto davanti al prefetto – sostengono le organizzazioni sindacali –. Ma è indispensabile che i 27 infermieri complessivi a cui si fa riferimento siano effettivamente in più».
Perchè la paura dei sindacati è che i nuovi arrivi in realtà vengano impiegati per la sostituzione di personale a casa per malattia e maternità, oppure di dipendenti che si sono trasferiti in altre strutture. «Di conseguenza bisogna dare seguito alla sostituzione di infermieri che sono momentaneamente assenti dal servizio – sottolinea Marco Grignani, responsabile Uil San Matteo –. Parlo, ad esempio delle sei dipendenti che in quest’ultimo mese sono rimaste a casa in maternità. A cui vanno sommati i due posti lasciati vacanti da lavoratori che si sono trasferiti in altre strutture sanitarie. Inoltre abbiamo chiesto all’Azienda che si attivi velocemente sulla chiamata dei 16 Oss (Operatori socio sanitari) che aveva promesso».
I nuovi arrivi andranno a garantire l’applicazione del nuovo turno europeo, che impone per legge un riposo di 11 ore prima e dopo il turno di lavoro per medici e infermieri, normativa la cui applicazione ha generato non poche difficoltà vista la carenza d’organico generalizzata.
La vertenza sul turno europeo era cominciata nel dicembre scorso con la denuncia delle carenze di organico da parte dei sindacati, e il 19 gennaio si era tenuto il primo incontro tra la nuova dirigenza e i rappresentanti dei lavoratori in prefettura, incontro concluso con il comunicato della direzione generale in cui, come chiedevano i sindacati, la stessa si è assunta la responsabilità della mancata applicazione del turno europeo in caso di criticità dovute a assenze improvvise o carenze di personale per deresponsabilizzare i coordinatori e i dipendenti stessi.
A ciò si era arrivati dopo che i sindacati avevano verificato che in poco meno di un reparto su due negli ospedali della provincia di Pavia non si applicava (o si applicava solo in parte) il nuovo turno europeo introdotto a fine novembre. Di conseguenza i rappresentanti dei lavoratori avevano indetto uno stato di agitazione per la mancata applicazione della legge.
di Donatella Zorzetto
Fonte: La Provincia Pavese - 24 marzo 2016