La Riforma Madia e gli schemi dei decreti attuativi
La ciclicità con cui i governi italiani propongono nuove riforme della PA testimonia da un lato l'enorme e diffusa esigenza che il Paese avverte di un miglioramento effettivo nelle modalità di erogazione e fruizione dei servizi offerti dalla PA e, dall'altro, l'incapacità del sistema di dare vita ad un cambiamento concreto, duraturo ed efficace.
La riforma Madia non sfugge alle stesse logiche delle precedenti riforme e l'impianto che sceglie per proporre il cambiamento è di per sé indicativo di un progetto non del tutto delineato nell'intento del legislatore che con una delega generica si lascia ampio raggio di intervento nei successivi decreti delegati.
Una valutazione complessiva sull'efficacia della riforma sarà possibile solo dopo l'emanazione e l'applicazione di tutti i decreti.
Il nostro obiettivo, ora, è quello di realizzare unitariamente uno strumento che:
- permetta una lettura semplificata dei decreti che mano a mano vengono emanati;
- metta in evidenza le modifiche alla normativa esistente;
- intervenga a sottolineare i tratti di effettivo cambiamento prodotti o producibili nell'amministrazione per ogni singolo decreto.
Affinchè ogni decreto delegato venga definitivamente emanato, il Governo, dopo la prima preliminare approvazione, deve acquisire i pareri del Consiglio di Stato e della Conferenza Unificata.
Successivamente i testi dei decreti dovranno passare al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti per materia e successivamente ritornare in consiglio dei Ministri per le opportune ed eventuali modifiche.
Solo dopo, alla fine, il Presidente della Repubblica lo emanerà e renderà applicabile.
Seguiremo l'intero iter e produrremo gli adeguamenti e gli aggiornamenti ai decreti sino alla loro emanazione definitiva.
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