Non solo al momento non si sa se la Regione darà qualche risorsa aggiuntiva per pagare il personale e garantire il turnover al San Matteo. Ma al momento i sindacati stanno ancora aspettando una riorganizzazione «necessaria» e da novembre, con l’entrata in vigore dell’obbligo di rispetto del riposo continuativo (11 ore) fra i turni di servizio le carenze di personale diventeranno insostenibili: almeno 180, spiegano i sindacati.
«La fondazione ci ha spiegato che sul personale la Regione non ha ancora deciso – spiega Susanna Cellari della Uil Fpl alla conferenza stampa convocata dalle sigle Cgil, Cisl, Fials, Uil medici – mentre ha concesso 25 milioni per l’acquisto di beni e servizi sono restati fuori un milione di euro già speso dalla fondazione per il personale, per prorogare i contratti a tempo determinato».
«La stessa organizzazione di un anno fa non può più reggere – tuonano Mimmo Galeppi, Uil, Domenico Mogavino Cisl e Patrizia Sturini, Cgil – Se non si interviene come abbiamo chiesto chiuderanno comunque reparti, rischiando di chiudere proprio quelli più produttivi».
L’emorragia di personale è continua secondo i dati dei sindacati: 65 pensionamenti non sostituiti, sei decessi, 10 mobilità, 13 assunti all’Ao in un mese e mezzo, 15 in altri ospedali per concorso, altri 30 in attesa di mobilità entro febbraio. I dati della carenza sono le 33mila ore di straordinario del 2014 e le ferie non smaltite.
Due note positive: il San Matteo ha garantito che i letti di Malattie infettive, ora dimezzati, torneranno attivi, che le sedute operatorie non saranno più tagliate e che in Rianimazione 1 torneranno 10 letti. «Stiamo viaggiando ai minimi di sciopero – denuncia Andrea Boggiani, Fials – Copriamo le malattie con volontari che rientrano da casa, da novembre non potremo più farlo». I sindacati il 21 si riuniranno per indire lo stato di agitazione.