Manovra sanità. La Camera vota la fiducia al Decreto Enti Locali. Il taglio da 2,35 mld alla sanità, la riforma Aifa e i fondi agli ospedali romani per il Giubileo diventano legge
Il maxiemendamento sul decreto Enti Locali, che recepisce il taglio alla sanità da 2,35 mld sanciti dall’intesa Stato Regioni del 2 luglio, diventa legge. Dopo il voto di fiducia della scorsa settimana al Senato, questa mattina anche l’Aula della Camera ha accordato la fiducia all’Esecutivo con 364 voti favorevoli e 185 contrari. Non solo tagli. Nel testo, ricordiamo, sono comprese diverse misure riguardanti la sanità, dal riordino dell’Agenzia italiana del Farmaco ai fondi straordinari per 33,5 mln agli ospedali romani in vista del prossimo Giubileo.
Queste, nel dettaglio, le misure per la sanità:
Razionalizzazione della spesa per beni e servizi, dispositivi medici e farmaci
Beni e servizi. Si prevede la rinegoziazione dei contratti di acquisto in essere, compresi i contratti di concessione di costruzione e gestione, per raggiungere uno sconto medio del 5% su base annua.
Risparmio previsto: 788 milioni nel 2015 e 805 nel 2016, ipotizzando una crescita dell’aggregato di spesa per beni e servizi oggetto della rinegoziazione pari al 2,2% circa.
Da notare come, rispetto a quanto previsto dal documento dell’Intesa Stato Regioni, il risparmio per il 2016 qui previsto è accresciuto di 10 mln.
Dispositivi medici
Anche per i dispositivi medici si prevede una rinegoziazione dei contratti in essere. Questa disposizione dovrebbe consentire di garantire il rispetto del tetto di spesa vigente fissato nella misura del 4,4% tenendo conto che la spesa effettiva pre consuntivata del 2014 si attesta ad un valore superiore di 0,8 punti percentuali, corrispondenti ad uno sfondamento di spesa in valore assoluto pari a circa 899 mln di euro. Alla luce di questo, ipotizzando sulla base del dato storico di una crescita media tendenziale annua del settore pari a circa il 3% e considerando che la riduzione dei valori dei contratti comporterà un effetto graduale nel tempo tale da portare ad un azzeramento del superamento del tetto del 4,4% a decorrere dal 2020, si stima che il risparmio conseguibile dalla rinegoziazione dei contratti possa attestarsi su un valore pari a circa 205 mln nel 2015, corrispondente ad una riduzione della spesa pari al 3,5%, e 544 mln circa a decorrere dal 2016, corrispondente ad una riduzione della spesa tendenziale pari al 9% annuo.
Previsto che le aziende produttrici di dispositivi medici dovranno concorrere in proporzione all’incidenza del proprio fatturato sul totale della spesa, al ripiano dell’eventuale sfondamento del tetto programmato in misura del 40% per il 2015, del 45% nel 2016 e del 50% nel 2017.
Sempre in tema di dispositivi medici si valuta anche il possibile impatto (senza però quantificarlo) che deriverà dall’obbligatorietà per gli enti della P.A. di fatturazione elettronica in vigore dal 31 marzo 2015. Le fatture elettroniche consentiranno di rilevare il codice di repertorio, la quantità ed il prezzo dei dispositivi medici venduti agli enti del Ssn.
E proprio per monitorare il flusso della fatturazione diventerà operativo presso il Ministero della Salute l’osservatorio prezzi dei dispositivi medici per il supporto ed il monitoraggio delle stazioni appaltanti, con il compito di controllare la coerenza dei prezzi a base d’asta rispetto ai prezzi di riferimento definiti da Anac o ai prezzi unitari disponibili nel flusso consumi del Sistema informativo e statistico del Ssn.
Risparmio previsto per rinegoziazione contratti dispositivi medici: 550 milioni nel 2015 e 792 nel 2016
Arrivano i prezzi di rimborso per i farmaci per "raggrupamenti terapeuticamente assimilabili". Per quanto riguarda i farmaci si prevede poi che, anzichè procedere alla revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale prevista dal decreto Balduzzi del 2012, l'Aifa dovrà, entro il 30 settembre 2015, rinegoziare la riduzione del prezzo di rimborso dei medicinali a carico del Ssn, suddivisi per raggruppamenti terapeuticamente assimilabili, separando però, ai fini della determinazione del prezzo di rimborso a carico del Ssn, i farmaci a brevetto scaduto da quelli coperti da brevetto.
Le aziende farmaceutiche coinvolte nella negoziazione avranno tre opzioni:
- o abbasseranno i prezzi a livello di quello di riferimento per il rimborso (che sarà quello più basso all'interno del raggruppamento);
- lasciare lo stesso prezzo e rimborsare con il pay back la differenza tra il loro prezzo e il prezzo di rimborso;
- non abbassare il prezzo, rifiutare anche il pay back e scegliere di passare in fascia C.
(ndr. Come è noto il testo originale dell'emendamento del governo sui raggruppamenti per categorie terapeuticamente assimilabili prevedeva che esso fosse calcolato senza distinguere i farmaci a brevetto scaduto da quelli con brevetto ancora in vigore. Nell'ultimo testo del maxiemendamento, che recepisce le modifiche della Commissione Bilancio, come abbiamo appena visto, è invece previsto che vi siano due prezzi di rimborso per ogni raggrupamento terapeutico: uno per i branded e uno per i farmaci a brevetto scaduto. In proposito l'Aifa, da noi interpellata, ha tenuto a precisare che non ci saranno comunque problemi a rispettare gli obiettivi di risparmio di questa parte della manovra valutati dall'intesa del 2 luglio in 500 milioni di euro annui).
Un'altra misura sui farmaci riguarda i medicinali biotecnologici, che in seguito alla scadenza brevettuale del principio attivo di un farmaco e in assenza dell’avvio di una concomitante procedura di contrattazione del prezzo relativa a un medicinale biosimilare o terapeuticamente assimilabile, saranno anch'essi oggetto di rinegoziazione del prezzo di rimborso a carico del Ssn del medicinale biotecnologico da parte dell'Aifa. (ndr. Anche questa parte del decreto è stata sub emendata in Commissione Bilancio dove è stato tolto il livello minimo del 20% di sconto da ottenere dalle aziende).
Il terzo ambito di rinegoziazione riguarda i medicinali commercializzati in Italia con meccanismi di rimborsabilità condizionata nell’ambito dei Registri di monitoraggio Aifa. Dopo due anni di commercializzazione del medicinale, l’Aifa è tenuta a verificare i benefici nell’ambito dei registri. Qualora questi risultassero inferiori rispetto a quelli attesi e fissatti nell’ambito dell’accordo negoziale, l’Agenzia è tenuta ad avviare una nuova procedura di contrattazione finalizzata a ridurre il prezzo di rimborso del medicinale da parte del Ssn.
Per queste tre ultime misure l'intesa Stato Regioni del 2 luglio fissava in 500 milioni annui i risparmi da ottenere. Risparmi che non sono però computati nell'intesa del 2 luglio e nel decreto approvato dal Senato ai fini del taglio dei 2,352 miliardi perché, presumibilmente, andranno a compensare i 500 milioni di euro per l'acquisto dei farmaci innovativi previsti dal fondo per l'innovazione istituito dalla legge di stabilità.
Riduzione delle prestazioni inappropriate
Governo e Regioni sono convinti che si possa incidere su prestazioni specialistiche e riabilitative non necessarie ma prescritte ugualmente dai medici. Sarà un decreto ministeriale ad individuare, entro 30 giorni dall’intesa, le condizioni di erogabilità e le indicazioni prioritarie per la prescrizione appropriata delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ad alto rischio di inappropriatezza.
Al di fuori delle condizioni di erogabilità le prestazioni saranno poste a totale carico dell’assistito. Per garantire il rispetto delle condizioni prescrittive da parte dei medici, la norma prevede che in caso di comportamenti prescrittivi non conformi alle condizioni e alle indicazioni di cui al decreto ministeriale, si applichino penalizzazioni su alcune componenti retributive del trattamento economico spettante ai medici.
Il risparmio complessivo ammonta a circa 106 mln di euro, a fronte di una riduzione complessiva di prestazioni stimate nel settore pubblico e privato per un valore tariffario di 192 mln di euro. In relazione a questi interventi le Regioni saranno poi tenute a ridefinire i tetti di spesa annui degli erogatori privati accreditati delle prestazioni di specialistica ambulatoriale assicurando un abbattimento medio dell’1% del valore dei contratti in essere.
Risparmio previsto: 106 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016
Riduzione dei ricoveri di riabilitazione ad alto rischio di inappropriatezza
La misura è volta a ridurre il numero dei ricoveri in regime di riabilitazione ospedaliera potenzialmente inappropriati sotto il profilo clinico e a ridurre le giornate di ricovero oltre quelle definite appropriate.
Per i ricoveri clinicamente inappropriati ordinari e diurni, verrebbe applicata una riduzione pari al 50% della tariffa fissata dalla Regione ovvero sarebbe applicata la tariffa media fissata dalla stessa Regione per i ricoveri di riabilitazione estensiva presso strutture riabilitative extraospedaliere. Per tutti i ricoveri oltre soglia clinicamente appropriati, la remunerazione tariffaria per i ricoveri ordinari e diurni, è ridotta del 60% per le giornate oltre-soglia.
Risparmio previsto: 89 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017.
Rideterminazione fondi contrattazione integrativa personale dipendente
L’articolo consente la piena realizzazione del risparmio associato agli effetti connessi alle riorganizzazioni finalizzate al rispetto degli standard ospedalieri che comporteranno un efficientamento della spesa del personale pari a 68 mln di euro annui. La presente norma prevede, infatti, che i risparmi ad essa correlati non confluiscano ai fondi della contrattazione integrativa e, al fine di determinare reali economie per il bilancio aziendale, provvede a mutuare quanto previsto dall’articolo 9 comma 2-bis del Dl 78/2010, la cui valenza è cessata al 31/12/2014, prevedendo espressamente che, a decorrere dal 1° gennaio 2015, l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale è decurtato definitivamente di un importo pari alle riduzioni derivanti dalla rideterminazione delle strutture operata in attuazione dei suddetti processi di riorganizzazione.
Potenziamento monitoraggio normativa vigente su beni e servizi, ivi compresi dispositivi medici
La norma è diretta a potenziare gli strumenti di monitoraggio del rispetto della normativa in materia di beni e servizi con particolare riferimento agli acquisti effettuati tramite le centrali di acquisto regionali. La norme, inoltre, dispone un potenziamento delle verifiche prevedendo che siano effettuate trimestralmente e in corso d’anno. Da tutto questo non si prevedono nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Rideterminazione del livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale
La norma dispone il taglio per il comparto di 2,352 mld di euro a decorrere dal 2015, come previsto dalla legge di stabilità. Il risparmio verrà ottenuto, oltre che da quello già spiegato in precedenza, anche da una serie di altri interventi.
Applicazione dei nuovi standard ospedalieri
Dall’applicazione dei nuovi standard, e in particolare, dall’incremento previsto del tasso di occupazione dei posti letto, dalla riduzione della degenza media e del tasso di ospedalizzazione
Risparmio previsto: 130 milioni per il 2015 e 171 per il 2016. Una somma di ben 41 mln di euro in più nel 2016 rispetto a quanto previsto nella tabella dell’Intesa Stato Regioni del 2 luglio.
Taglio case di cura con meno di 40 posti letto
E’ previsto l’azzeramento dei ricoveri in strutture convenzionate con meno di 40 posti letto (destinate alla chiusura in base ai nuovi standard fatta eccezione per le cliniche monospecialistiche).
Risparmio previsto: 12 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016
Altri risparmi sono previsti sulla spesa per il personale, a seguito della riduzione di strutture complesse e di strutture semplici conseguente al riordino della rete ospedaliera con la conseguente riduzione degli incarichi di struttura semplice e complessa.
Risparmio previsto: 68 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017.
La norma, infine, prevede che le regioni, per salvaguardare l’erogazione dei Lea, possano comunque conseguire l’obiettivo economico finanziario a loro carico adottando misure alternative, purché assicurino l’equilibrio del bilancio sanitario con il livello del finanziamento ordinario.
di Giovanni Rodriquez
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Fonte: Quotidiano Sanità - 04 agosto 2015