Contratto. Per i medici sarà un autunno caldo? “La trattativa sarà complessa. Ma sulla parte economica non facciamoci illusioni”
Quotidiano Sanità ha intervistato il nostro Segretario Generale UIL FPL Giovanni Torluccio e Roberto Bonfili della UIL FPL Medici chiedendo quali sono le iniziative che intendono intraprendere per riaprire subito le trattative. Ed anche quali potrebbero essere le richieste economiche dopo anni di blocco delle retribuzioni e quali invece, i nodi normativi da sciogliere nelle proprie aree di pertinenza:
“La sentenza della Corte Costituzionale è una sentenza politica – hanno affermato Giovanni Torluccio, segretario generale Uil Fpl e Roberto Bonfili, coordinatore nazionale Uil Fpl Medici – dichiarando che il blocco è illegittimo, ma non per il passato, dimostra come la Consulta abbia preso questa decisione valutando soprattutto l’impatto economico che ne sarebbe scaturito, salvando il Governo Renzi dall’ennesima batosta dopo quella delle pensioni. Decisione per noi gravissima; questa operazione ha prodotto risparmi per 35 mld di euro per quanto riguarda il blocco dei contratti, e al tempo stesso la Corte dei Conti ha detto che, visto la loro ‘bravura’ , hanno risparmiato ulteriori 8mld 500 mln di euro sugli stipendi dei dipendenti pubblici. Parliamo in totale di 43mld 500 mln di euro, l’equivalente di due finanziarie. Chiederemo di veder riconosciuto ai dipendenti il loro giusto compenso”.
Se da una parte si è cercato di salvare i conti pubblici, hanno aggiunto Torluccio e Bonfili, questa sentenza dall'altra “rende obbligatorio per il Governo riaprire la partita dei contratti. Per questo il Governo e l’Aran devono convocare immediatamente le parti sociali riaprendo le trattative sul rinnovo dei contratti che ricordiamo coinvolge oltre 3 milioni di dipendenti pubblici. In caso contrario continueremo con la mobilitazione nazionale”.
Per quello che riguarda la parte normativa, dopo anni di intenso confronto con Governo e Regioni, con la sua consacrazione a rango normativo ritenuta necessaria proprio dall’esecutivo e sancita dal comma n. 566 dell’art. 1 della legge di stabilità “l’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie deve passare alla sua fase attuativa”.
“Parliamo infine di un altro aspetto che riguarda la dirigenza medica, la responsabilità professionale – hanno sottolineato – la medicina difensiva è la prima reazione del medico al rischio di contenzioso sanitario e determina l’aumento dei costi del Servizio sanitario nazionale con un danno enorme che attualmente si ritiene arrivi a pesare sui contribuenti per 10-13 miliardi di euro ogni anno. Per quanto riguarda i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale, lo Stato dovrebbe farsi carico degli errori che si verificano nelle Aziende sanitarie, eventualmente rivalendosi in via amministrativa su chi ha commesso l’errore, in caso di provata inosservanza delle norme”.