Mondino in “rosso” di quasi due milioni
Una perdita di oltre un milione e 800mila euro nei conti della Fondazione Mondino. L’istituto neurologico, uno dei più importanti a livello nazionale nella cura e ricerca delle malattie del sistema nervoso, deve fare i conti con questa situazione finanziaria, emersa dal bilancio del 2014, e che si sta ora intrecciando con fibrillazioni e fratture all’interno del Consiglio di amministrazione. Quello che si è riunito alla fine del 2014, il 19 dicembre, ha preso atto del disavanzo, ma si era impegnato anche «ad agire sulle linee strategiche di interesse dell’istituto con la collaborazione dell’alta direzione e dei membri del Consiglio». In quell’occasione l’ex rettore Angiolino Stella, presidente del Cda del Mondino per il quinquennio 2007-2013, in proroga fino ad oggi, aveva annunciato che all’atto dell’approvazione del bilancio consuntivo 2014 avrebbe presentato le sue dimissioni all’attuale rettore dell’Università di Pavia Fabio Rugge proprio perché deve esserci una piena condivisione tra istituto Mondino e Università.
Pochi giorni fa, il 10 aprile, il Cda si è di nuovo riunito, per tirare le somme. La previsione del 2015 è di ridurre il passivo e chiudere con una perdita di 883.550 euro attraverso una programmazione che dovrebbe portare a ricavi per 491.400 euro e minori costi per 761mila euro. La delibera non è stata però votata. L’ok è stato infatti rinviato a un nuovo Consiglio, già fissato per il 31 luglio.
Il motivo? Ufficialmente l’assenza – giustificata – del segretario generale Evasio Stella. E il fatto che non c’è ancora certezza su quelli che saranno i trasferimenti regionali nel prossimo triennio, tanto più che la spending review statale e quindi regionale ha tagliato i finanziamenti di un milione di euro circa a partire dal 2013. Sul piano di rilancio il Collegio dei sindaci, pur valutando positivamente le iniziative per ridurre le perdite, ha chiesto che sia valutata la possibilità di adottare misure aggiuntive per rafforzare l’obiettivo del risanamento. Il documento di cui si è discusso in Cda e presentato dall’ex rettore Angiolino Stella analizza la situazione e mette nero su bianco le proposte, una sorta di “piano industriale” che dovrebbe consentire di contenere il disavanzo per l’anno in corso, da 2 milioni di euro (questa la stima iniziale) a 883mila euro.
Ma è soprattutto sulle ragioni del “buco” che si stanno consumando le fratture all’interno del Cda, diviso in particolare sulla valutazione dell’operato di questi anni e sulle necessità di rinnovamento dei vertici: non solo il presidente ma anche le direzioni. Anche perché i bilanci tra il 2007 e il 2013 si erano chiusi con un utile medio di 753mila euro l’anno: da quanto risulta dal report 2014 del Ministero della Salute sugli enti privati vigilati il risultato di bilancio è però passato da 1 milione e 640mila euro del 2010 a 405mila euro nel 2012. Nella delibera in discussione si parla di «eventi eccezionali», come i tagli dettati dalla spending review e perfino i furti di farmaci.
Il Mondino alla fine del 2013 aveva 235 dipendenti, 23 (soprattutto medici) in convenzione con l’università di Pavia, 99 a contratto. Nel quadriennio 2010-2013 i ricoveri sono calati quasi del 10%, passando da 4456 a 4022, soprattutto a causa della conversione di posti letto di day hospital in macro aree complesse secondo quanto previsto dalla Regione: si ricovera meno, ma l’attività ambulatoriale rimane costante. E a questo si aggiungono i rimborsi per le funzioni speciali, diminuiti negli anni.
Ma alcuni consiglieri addebitano il passivo anche alla mancata “visione di prospettiva” di una eccellenza che il territorio – dall’università alle altre strutture sanitarie non valorizza abbastanza. Altri parlano esplicitamente di scelte sbagliate nella gestione dell’istituto e dell’attività di ricerca. Ad esempio in relazione all’acquisto di alcuni macchinari, come un sequenziatore da mezzo milione di euro e un apparecchio Rm3T per la risonanza magnetica da oltre 3 milioni di euro per un progetto di ricerca ministeriale quinquennale, ma «troppo costosi e sottoutilizzati», secondo il parere espresso nelle riunioni del Cda. Contestati anche i lavori, costati circaun milione e 800mila euro, per il nuovo atrio della struttura al Cravino: risorse tuttavia finanziate tramite il patrimonio proprio della Fondazione (cresciuto da 13 a 18 milioni tra il 2006 e il 2013) e che non contribuiscono a costruire il passivo in bilancio.
di Maria Fiore e Anna Ghezzi
Fonte: La Provinica Pavese - 19 maggio 2015