Il policlinico “in rosso” per oltre 32 milioni di euro
La Regione approva il bilancio 2013 ma critica il San Matteo per i conti.
Regione Lombardia bacchetta il San Matteo per avere sforato, tra il 2009 e il 2012, di quasi 33 milioni di euro il budget previsto. Il Policlinico, in altre parole, avrebbe speso più soldi di quelli che poteva: il risultato è una situazione finanziaria che la regione stessa definisce “critica” nella delibera adottata dalla giunta presieduta da Roberto Maroni giovedì scorso, in cui viene approvato, anche se in ritardo, il bilancio dell’ospedale relativo all’anno 2013.
L’ok al bilancio, tuttavia, è vincolato a una serie di prescrizioni, che rafforzano di fatto il controllo della regione sul Policlinico. L’ente pubblico chiede, infatti, al San Matteo di mettere ordine nelle procedure contabili ma vuole anche sapere quale sarà l’esito dell’indagine interna avviata dal San Matteo proprio sul passivo. La Fondazione, il 23 marzo 2015, ha infatti assegnato a una società esterna, attraverso un bando, una “due diligence”, cioè una sorta di ricognizione dello stato dell’azienda, che si concluderà il 31 luglio. Infine, la regione ha dato mandato a un Nucleo di controllo contabile della Direzione generale salute di avviare, in parallelo all’analisi della stessa Fondazione, una verifica amministrativa contabile.
«É una situazione che si trascina da tempo ma che ovviamente va a incidere sui bilanci attuali – dice Alessandro Moneta, presidente della Fondazione San Matteo –. Di positivo c’è che il bilancio è stato approvato e questo significa che la regione ha riconosciuto la buona amministrazione di questi anni. Già nel 2009, comunque, ero stato più volte in regione per evidenziare le criticità che erano state già rilevate. Adempiremo a quanto ci viene prescritto, tenuto anche conto che il rapporto con la regione è sempre stato aperto e trasparente».
Ma a cosa è dovuto il passivo? E perché il San Matteo ha speso quasi 33 milioni di euro in più rispetto a quelli previsti? «Ha inciso di sicuro la realizzazione del Dea, ma anche l’aumento di costi degli organici e del personale – risponde Moneta –. Va precisato in ogni caso che non stiamo parlando di debiti nei confronti di fornitori esterni e quindi non c’è alcun rischio per i servizi o per il personale». Tuttavia la regione critica il San Matteo anche sui tempi di pagamento dei fornitori di beni e servizi, che secondo quanto esplicitato nella delibera sarebbero «ben più lunghi» della media regionale.
Nella delibera, che ha come allegato il bilancio di oltre 500 pagine, si decide anche che la regione potrebbe adottare «gli opportuni provvedimenti di tutela» una volta avuti gli esiti delle verifiche, sia quella interna della Fondazione San Matteo che quella dell’organismo di controllo della regione stessa. L’ente si riserva «in qualsiasi momento la facoltà di emanare specifiche disposizioni volte alla razionalizzazione ed efficientamento della spesa, a fini di garanzia e sostenibilità economica della Fondazione e del sistema sanitario lombardo».
Questo vuol dire che per rientrare nei parametri finanziari ed economici la regione potrebbe emanare circolari o adottare provvedimenti specifici per contenere le spese del San Matteo, anche dando indicazioni su come spendere il budget e quali servizi mantenere o rivedere.
di Maria Fiore
Fonte: La Provincia Pavese - 17 maggio 2014