Lorenzin contro tutti sui tagli alla sanità del DEF
Non ci sta Lorenzin a passare per il ministro che ha tagliato ancora una volta la sanità. "Le Regioni avevano avuto più soldi nel Patto per la Salute. Ma non sono state capaci di risparmiare altrove". Ma non sembra aver gradito neanche le parole di Renzi alla presentazione del Def, alle quali ha ribattiuto punto per punto questa mattina su Sky Tg 24, dove è tornata a parlare anche dei pericoli dell'antibiotoico resistenza.
"Il taglio di 2,3 mld alla sanità non è stato imposto dalla legge di stabilità ma è stato deciso autonomamente dalle Regioni. Sono state loro a dichiarare di non saper ottenere i risparmi richiesti senza toccare il settore. Io sono stata da sempre contraria a questa ipotesi di una rinuncia da parte loro a quello che - ricordiamolo - era un aumento del Fondo sanitario nazionale e non una sua riduzione. Le nuove risorse per il settore che serviranno a finanziare gli investimenti in infrastrutture, a coprire i costi dei nuovi farmaci innovativi, dei nuovi Lea e del nomenclatore tariffario, arriveranno dai risparmi già previsti dal Patto per la salute". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è intervenuta questa mattina a Sky Tg 24.
Sempre restando in tema di risorse, e, più in particolare, sul bonus da 1,6 mld previsto dal Def, Lorenzin ha spiegato che la destinazione di questo 'tesoretto' resta ancora da stabilire. Rispondendo poi, alle parole del premier Matteo Renzi che, nel corso della conferenza stampa seguita all'ultimo Consiglio dei Ministri aveva parlato dei risparmi ottenibili da una riduzione del numero delle Asl, Lorenzin ha spiegato che su questo tema le Regioni sono libere di intervenire in piena autonomia.
"Alcune Regioni, come ad esempio la Toscana e la Calabria, hanno già deciso da sole di percorrere questa strada. L'importante, però, non è tanto il numero delle Asl quanto il fatto che non agiscano l'una contro l'altra all'interno dello stesso territorio. I veri risparmi sono piuttosto ottenibili da una buona gestione delle Aziende sanitarie da parte dei manager: sono loro a fare la differenza. Per questo con la mia riforma, inserita nel Ddl Madia, ho voluto istituire un Albo nazionale dei direttori generali. In questo modo, se i manager non raggiungono gli obiettivi previsti o non garantiscono ai cittadini l'erogazione dei Lea, possono essere mandati a casa e uscire dall'Albo. Anche i direttori sanitari e i Primari non saranno più scelti dalla politica".
Dal ministro è poi arrivato uno stop al "falso mito" del prezzo delle siringhe come paradigma di una sproporzione dei costi tra le diverse Regioni del paese. Lorenzin, smentendo dunque le dichiarazioni di Renzi che aveva usato proprio l'esempio dei differenti prezzi delle siringhe nelle diverse Regioni per parlare dei possibili risparmi ottenibili, ha spiegato: "Per affrontare seriamente questo tema sono già state istituite per legge le centrali uniche d'acquisto". Un importante risparmio per il ministro è poi ottenibile da un'opera di seria razionalizzazione sulla produttività delle strutture. "A questo si possono, inoltre, aggiungere gli sprechi derivanti alla medicina difensiva che ci costano circa 10 mld".
Tornando a parlare di Regioni, Lorenzin ha definito l'Italia un paese ancora "diviso in due: tra Regioni autonome e Regioni commissariate per deficit". "In alcune zone del paese - ha proseguito - la qualità delle prestazioni erogate è stata fortemente compromessa e restano ancora oggi delle disparità inaccettabili al Centro-Sud". Quanto, poi, al problema legato alle liste d'attesa, per il ministro il fenomeno presente in diverse zone del paese è causato "unicamente alle incapacità organizzative delle strutture".
Nel corso della trasmissione Lorenzin è stata poi interrogata sull'allarme lanciato dagll'Inghilterra sui rischi legati ai batteri antibiotico-resistenti. "In realtà non è una novità. Mi fa piacere che finalmente i media ne parlino anche qui da noi ma questo è un tema che, come Ministero della Salute, avevamo già messo in cima alla nostra agenda da oltre un anno. Sull'abuso di antibiotici e sul loro utilizzo al di fuori della prescrizione medica serve una battaglia culturale. Sarà importante anche la ricerca su nuovi antibiotici. Ricerca che - ha spiegato - è resa difficile dal fatto che, rispetto ad altre molecole, la ricerca sugli antibiotici è poco redditizia per le aziende farmaceutiche".
Infine, Lorenzin è intervenuta sul caso Angelina Jolie e sui test genetici per il cancro. "Queste sono decisioni soggettive che, però, non possono essere prese sull'onda emotiva di un'intervista o seguendo l'esempio di qualcun'altro - ha detto -. Si deve seguire anche in questo caso i consigli del proprio medico e arrivare ad effettuarli solo se davvero necessari. Ma il tema più importante, in questo campo, è un altro: è inutile parlare di test genetici quando mezza Italia non fa neanche gli screening preventivi per queste patologie. E' qui che si fa davvero la differenza tra la vita e la morte - ha concluso -. In larga parte del paese manca ancora la grande prevenzione".
Giovanni Rodriquez
Fonte: Quotidiano Sanità - 13 aprile 2015