Sanità. Torluccio (UIL FPL): Regione Lazio squalifica Infermieri ed OSS
Mentre a parole si sostiene la valorizzazione delle professioni sanitarie e degli operatori sociosanitari, nei fatti si procede in senso diametralmente opposto.
Lo comunica in una nota il Segretario Generale della UIL FPL Giovanni Torluccio.
Si legge in tre recentissime deliberazioni della Regione Lazio che nei servizi socio-assistenziali le funzioni di Operatore Socio Sanitario possono essere svolte praticamente da tutti, dagli infermieri alle badanti, a persone con una non meglio specificata esperienza quinquennale.
Nelle disposizioni relative al personale ed alle figure professionali si prevede infatti che:
“Le funzioni di OSS possono essere svolte da":
- infermieri;
- assistenti domiciliari e dei servizi tutelari (ADEST);
- operatori socioassistenziali (OSA);
- operatori tecnici ausiliari (OTA);
- assistenti familiari;
- persone in possesso del diploma quinquennale professionale nel settore dei servizi sociosanitari e titoli equipollenti;
- persone non in possesso dei titoli indicati, con documentata esperienza almeno quinquennale in strutture socio assistenziali residenziali o semi residenziali o in servizi domiciliari nelle specifiche tipologie di utenza.”
“Le funzioni di supporto all’attività dell’educatore professionale possono essere svolte, oltre che da educatori professionali, da":
- infermiere;
- operatori sociosanitari (OSS);
- assistenti domiciliari e dei servizi tutelari (ADEST);
- operatori socio-assistenziali (OSA);
- operatori tecnici ausiliari (OTA);
- assistenti familiari;
- persone in possesso del diploma quinquennale professionale nel settore dei servizi sociosanitari e titoli equipollenti;
- persone non in possesso dei titoli indicati, con documentata esperienza almeno quinquennale in strutture socio assistenziali residenziali o semiresidenziali o in servizi domiciliari per le specifiche tipologie di utenza.
Una scelta delirante, - prosegue Torluccio - che riesce a squalificare in un colpo solo Infermieri e OSS. Verrebbe da chiedersi se nell’elenco di chi può svolgere le funzioni dell’OSS i medici non siano stati inclusi per scelta o per dimenticanza..
Ci auguriamo che questi atti siano frutto di una macroscopica svista e che vengano tempestivamente annullati.
La cosa certa – conclude Torluccio - è che per quanto ci riguarda ci opporremo fino in fondo ad assurdità come questa, che rimettono indietro di vent’anni l’evoluzione del patrimonio professionale della nostra sanità.
scarica la delibera della Regione Lazio