Giovanni Torluccio (Uil Fpl): “Il disagio medico è enorme, ma possiamo intervenire”
“I nostri Medici sono in condizioni estreme, sottoposti ad una doppia penalizzazione. La prima come lavoratori pubblici e quindi con il blocco dal 2009 dei rinnovi dei contratti, della retribuzione individuale e dei percorsi di carriera, la seconda come operatori di una sanità dove gli effetti del massiccio del finanziamento effettuato in questi ultimi anni è ormai tangibile e si sente sulla pelle dei cittadini e degli operatori”.
Non ha dubbi Giovanni Torluccio segretario generale della Uil Fpl, gli scenari sono a tinte fosche: “Taglio dei servizi e riversamento abnorme della domanda su quelli residui, a partire dai Pronto soccorso, mancata sostituzione del personale cessato e assente con aggravio delle turnazioni e delle reperibilità, lavoro precario per coprire i servizi essenziali. Sono tutti aspetti di un disagio organizzativo che si riflette sulla qualità dei servizi e sulla possibilità di errore, di cui oltretutto i medici, da vittime finiscono per diventare il capro espiatorio”.
Ma nonostante tutto è possibile uscirne attraverso la valorizzazione delle proposte fatte dagli operatori del settore, spesso ignorate.
Come? Per Torluccio, prima di tutto va messa fine ai tagli lineari in sanità, va ripristinato il diritto ai Ccnl e va fatta ripartire la contrattazione decentrata perché “è solo coinvolgendo i lavoratori, ed il sindacato che li rappresenta, nel governo e nella gestione dell’Azienda che si può perseguire l’appropriatezza e l’ottimizzazione nell’uso delle risorse, migliorando insieme la qualità dei servizi e delle condizioni di lavoro”.Va data poi una vera risposta al lavoro precario e va affrontato seriamente il tema della responsabilità professionale sia negli aspetti giuridici che a monte, con riferimento alle condizioni di lavoro e all’efficacia dei sistemi di gestione del rischio.
“La lista delle rivendicazione dei nostri medici è lunga – ha aggiunto – ma soprattutto va dato ruolo ai medici e a tutte le altre professioni sanitarie per riorganizzare il sistema, per renderlo più attuale e più rispondente al mutato contesto demografico, epidemiologico, tecnologico e professionale. Un percorso che vogliamo fare respingendo sia i tentativi di avere professionalità a basso costo che è quello di mettere i professionisti del settore gli uni contro gli altri. La parola d’ordine per noi è sinergia tra gli operatori, per aprire nuovi e più significativi spazi di relazioni sindacali, per definire nuovi modelli organizzativi, più adeguati ai tempi ed alle esigenze, per definire di più proficue relazioni tra le professioni. Un processo – ha concluso – che grazie ai potenziali effetti positivi sul funzionamento e sull’efficienza dei servizi potrà liberare risorse da investire sulla qualità delle prestazioni e sulla valorizzazione di tutte le professioni”.