Pochi infermieri, scatta la protesta a Pavia
Nelle strutture pubbliche pavesi la Uil Fp denuncia la mancanza di 230 operatori, soprattutto infermieri.
Un piano assunzioni per il 2015 che taglia fuori Pavia e i sindacati reagiscono duramente. Perché dei 267 operatori sanitari che dovrebebro essere assunti a tempo indeterminato in tutta la regione, neppure uno è stato assegnato alle strutture pavesi. Che già erano sotto organico in passato. Nel 2013, infatti, le organizzazioni sindacali e l’amministrazione avevano rilevato una carenza di 253 persone. Qualche “rinforzo“ da allora è arrivato, ma non in numero sufficiente per coprire le assenze di quanti andavano in pensione o si trasferivano. «Ormai vengono garantiti i livelli minimi di assistenza – dice Susanna Cellari della Uil Fpl – come accade nei giorni di sciopero. Quella che dovrebbe essere l’eccezione è diventata la regola».
Dall’analisi del sindacato al San Matteo mancherebbero complessivamente 145 persone tra infermieri (61), operatori socio sanitari (44), tecnici di laboratorio (10), tecnici di radiologia (9), ostetriche (6) e operatori tecnici (15). Diversa, invece, la situazione dell’azienda ospedaliera dove nei vari presidi della provincia mancherebbero in totale 87 persone. Anche in questo caso la parte del leone la fanno gli infermieri (41), seguiti dagli operatori sociosanitari (28), dalle ostetriche (9), dagli amministrativi (5) e quindi dai tecnici (4 tra tecnici di radiologia e di laboratorio).
«Il costo del personale del San Matteo e dell’azienda ospedaliera – prosegue la Uil – è inferiore a tutte le altre aziende della Regione. Questa politica al ribasso, quindi, vuole far crollare la sanità della provincia a favore delle più appetibili aziende del Milanese, da sempre favorite in termini di assunzioni».E i sindacati non ci stanno perché gli operatori ormai sono allo stremo delle forze. Per questo motivi, fin dai prossimi giorni a tutti i sinsindaci dei comuni in cui si trova un presidio ospedaliero pubblico (Pavia, Vigevano, Voghera, Mede, Mortara, Casorate, Belgioioso, Broni, Stradella e Varzi) saranno inviate le tabelle con i numeri delle carenze e la richiesta che si apra un tavolo di discussione tra amministratori e parti sociali.
«Vogliamo far conoscere le carenze e accendere i riflettori su un problema che non è solo dei lavoratori – insiste Cellari della Uil –. Se oggi i pazienti hanno ricevuto un ottimo livello di assistenza è solo per l’abnegazione dei dipendenti. Ma le carenze devono essere monitorate e affrontate. Le strutture sanitarie pavesi rappresentano la linfa vitale della nostra provincia garantendo assistenza non solo a chi risiede sul territorio, anche a chi proviene da tutta la regione e da moltissime regioni italiane. Inoltre non dimentichiamo che lavorano nel settore 8mila persone». Un “esercito“ pronto a far sentire la propria voce.
di Manuela Marziani
Fonte: http://www.ilgiorno.it - 28 febbraio 2015