DPCM stabilizzazione precari sanità: inaccettabile la "sordità" del Governo
Come abbiamo già avuto modo di valutare, il testo della bozza di Dpcm, riformulato qualche mese fa dopo i rilievi del MEF, non tiene in alcun conto la specificità del settore dove va ad inserirsi il percorso di stabilizzazione dei precari e i provvedimenti di proroga necessari per arrivare al suo completamento.
Da quello che abbiamo potuto vedere a suo tempo, in alcune parti il nuovo testo è decisamente in antitesi con quello che avevamo condiviso con il Ministero nel dicembre del 2013.
Il punto più critico sicuramente è la cancellazione del riferimento alle linee guida di Conferenza Regioni del 10 febbraio 2011, sostituito da un ripetuto richiamo ai vincoli del d.l.78/2010.
Continuare a pensare che per le stabilizzazioni in sanità possa applicarsi tale norma nella sua rigida formulazione e senza la mediazione delle linee guida regionali, vuol dire mettere in discussione i principi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale e preparare la paralisi dell'erogazione dei LEA.
Come abbiamo fatto presente in ripetute occasioni a Ministero e Regioni, il percorso necessario ad affrontare responsabilmente il problema deve svilupparsi con:
- una direttiva che consenta il mantenimento fino al 31.12.2016 di tutti i rapporti di lavoro in essere
- il ripristino del Dpcm nel testo precedente per iniziare a dare le risposte possibili a legislazione vigente
- le modifiche normative necessarie per la stabilizzazione delle tipologie di lavoro flessibile che, in base alla legge in vigore, non possono essere comprese nel DPCM
- le modifiche normative necessarie per garantire anche nelle Regioni soggette a piano di rientro la piena applicazione del DPCM.
A fronte dell’urgenza di adottare questi provvedimenti siamo rimasti fortemente sorpresi nell’apprendere che il Ministero avrebbe dato seguito a questa vicenda inviando alla Conferenza Stato Regioni la bozza di Dpcm nel testo richiesto dal MEF, e, con la nota unitaria allegata, abbiamo inoltrato un ennesimo avvertimento.
Si tratta di una questione gravissima, che tira in ballo la continuità dei servizi resi ai cittadini ed il destino di decine di migliaia di operatori, e riteniamo che nessuno debba potersi sottrarre alle proprie responsabilità. Per questo, in caso di mancato riscontro, il nostro impegno proseguirà per portare la questione ad un più alto livello di coinvolgimento della compagine governativa.
Giovanni Torluccio
Segretario Generale UIL FPL