In corteo per salvare i posti di lavoro alla Maugeri
Quasi cinquecento dipendenti della fondazione Maugeri in corteo per chiedere che non vengano toccati i posti di lavoro e che arrivino garanzie sul futuro. Il corteo, partito dalla sede della fondazione, in zona Cravino,è arrivato fino in prefettura, sotto la pioggia. Alla manifestazione, oltre ai lavoratori di Pavia e Montescano, hanno aderito anche dipendenti delle cliniche di Torino, Lissone, Veruno, Tradate Genova Nervi.
"Se siamo arrivati a questo punto dopo tanti anni non è perché ci divertiamo a protestare, ma perché ogni mese aspettare lo stipendio e nons apere se arriva è angosciante _ spiega Ivana Caslini, che lavora a Pavia, in sala operatoria _ Il nostro pensiero oggi sono i pazienti che avranno dei disagi per la nostra protesta, ma alla fine della giornata cercheremo di recuperare. Noi non ci siamo mai tirati indietro per garantire le migliori cure". E i cittadini li hanno ripagati: quest'estate hanno firmato per chiedere che Maugeri facesse un passo indietro sull'idea di passare al contratto della sanità privata.
A Lissone ci sono 59 dipendenti più alcuni somministrati. "Il nostro problema _ spiega Alberto Novara, terapista occupazionale, 32 anni, un matrimonio in vista _ è che da sempre siamo lontani dal centro della Maugeri: stipendi più bassi, diritti diversi. Avevamo appena chiuso la nostra battaglia per avere personale in più per garantire il servizio e scatti di anzianità dopo 4 anni, quando a luglio è arrivata la doccia fredda. E abbiamo riaperto los tato di agitazione: noi siamo uno dei centri in attivo, da anni, grazie al nostro lavoro. Da noi c'è poco da tagliare ma non vogliamo che ci siano lavoratori di serie A e B, pazienti di serie A e di serie B".
"Siamo qui perché da troppo tempo non abbiamo garanzie sullo stipendio, ma non solo _ dice Irene Madonna, infermiera di oncologia a Pavia _ La bozza di accordo chiede tagli dei nostri stipendi senza che ci sia alcuna garanzia della prosecuzione delle attività della fondazione così come è. Non vogliamo speculazioni sulla pelle nostra e dei cittadini".
"Questo clima di incertezza, questa mancanza di prospettive, è terribile", dice Rosanna Pelosin, che lavora a Tradate in Cardiologia da 15 anni. Al suo fianco, dietro lo striscione, l'assessore al lavoro di Tradate, Sergio Beghi: "Per anni siamo stati una provincia ad alto tasso di occupazione, tra i più alti d'Italia. Ma la crisi si è fatta sentire forte. Noi come amministrazione diciamo che non si può trattare un ospedale come una fabbrica di bulloni, perché i cittadini e noi chiediamo al sistema sanitario che offra competenza, efficacia, qualità. Abbiamo provato a parlarne con gli amministratori Maugeri, ma mentre coi lavoratori abbiamo aperto un dialogo, i vertici Maugeri non rispondono".
"La manovra che stanno facendo è speculativa e sulle nostre teste _ dice Claudio Pezzi, da 15 anni in Maugeri a Pavia, alla Neuroriabilitazione _ non sappiamo dove andremo a finire, il piano industriale non c'è e quello che c'era non è stato preso in considerazione. Speriamo che le istituzioni intervengano".
Marcello Secone lavora all'Unità spinale dal 2001: "Io sono venuto a Pavia da Sanremo perché si lavorava bene, per una qualità del servizio che richiamava gente da tutta Italia. Era la numero uno in Italia per alcune specialità in Europa, grazie aimegno, investimenti e ricerca. Io oggi sono qui sì per lo stipendio, che serve, che se non c'è è un problema, che è fermo da 4 anni. Ma perché vogliono smontare la Maugeri, dare lo stesso servizio pagandolo meno. Come andare in un hotel 4 stelle pagandolo come una pensione".
Non ci sono solo medici e infermieri, fianco a fianco, ma anche tecnici: "Io faccio la manutenzione a Pavia _ dice Andrea Pirini _ Non si tratta solo di stipendi, ma anche di pagare i fornitori, se no non si può lavorare. E io spero che si trovi un accordo per accontettare tutti. Perché ci rimettono sempre i livelli più bassi, e i lavoratori". Un operatore tecnico arriva a prendere 1400 euro al mese, forse 1500. Tolti gli straordinari e tutti i tagli, si perdono dai 100 ai 150 euro: "Fanno la differenza, ma il problema non è solo questo", dice Pirini.
"A me interessano i soldi certo _ spiega l'infermiera Stefania Melino _ ma a me interessa anche la qualità dell'assistenza. La cosa più grave di questa situazione che si trascina è la demotivazione di chi da anni dà valore alla assistenza. Ci sentiamo un costo, non una risorsa su cui investire".
Davanti alla carrozzeria Anelli i lavoratori vengono accolti da un applauso: "Pensavo che tutti uscissero ad applaudirli _ dice Paola Della Bianca, dipendente della carrozzeria _ noi siamo qui, colleghi e capo, per sostenerli. Sono il presente e il futuro, applaudiamo chi ha il coraggio di metterci la faccia, ogni giorno". Davanti alla Camera del Lavoro una signora avanza verso il corteo, dice "Bravi", abbraccia alcune lavoratrici. Poi torna indietro e spiega a due amiche che "bisogna sostenerli". Una signora davanti all'Esselunga, parcheggiata, suona il clacson: "Sono con voi", dice.
"Tanti mi dicono, chi te lo fa fare? Sei medico, per quanto taglieranno, sei tranquilla _ dice Elisabetta Scoccia, chirurgo in Senologia, a Pavia _ Ma non possiamo pensare ognuno solo per sé. C'è chi prende mille e cento euro, chi rischia il posto. Vogliono svenderci, se si ferma la trattativa non potranno farlo. La politica acquista servizi da noi, dovrebbe essere preoccupata dalla qualità. Io ero fiera di lavorare in fondazione, trasformare l'assistenza in profitto mi amareggia profondamente".
I lavoratori sono stati ricevuti dal prefetto insieme alla consigliera regionale M5s Iolanda Nanni e gli assessori Giuliano Ruffinazzi e Angela Gregorini: "Il prefetto si è impegnatoa trasmettere a Roma le nostre istanze _ dice Mimmo Galeppi, Uil Fpl _ Aspettiamo aiuti e atti concreti dalla politica. Ringraziamo chi si interessa ma per ora abbiamo visto solo parole: tutte le Regioni sede di cliniche devono diffidare Fsm dall'applicare il contratto sanità privata. Con questo atto noi potremo alzarci dal tavolo di trattativa".
Fonte: Laprovinciapavese.gelocal.it - 17 dicembre 2014