Ospedale a Stradella, mancano 12 addetti
L’emergenza estiva è finita e sta per aprirsene un’altra. Sull’ospedale di Stradella è di nuovo braccio di ferro tra Azienda e sindacati. In un incontro, tenuto in questi giorni, l’Azienda ha prospettato i numeri relativi alle nuove assunzioni fatte; il sindacato quelli dei posti vacanti. Nel primo caso il riferimento va ai 16 infermieri, già garantiti nel Piano organizzativo assunzioni, ad un operatore del 118, ad un tecnico di Radiologia e a due amministrativi; nel secondo caso il discorso si fa articolato. Perchè in quasi tutti i reparti dell’ospedale-gioiello inaugurato nel 2009, c’è ancora qualche posto vacante: a Medicina mancano due infermieri, in Chirurgia due infermieri e due Oss, alla divisione Dialisi serve un’ausiliaria a regime, alle sale operatorie una Oss e un’infermiera, nel Laboratorio analisi mancano due tecnici di laboratorio, e infine al Pronto soccorso servirebbe un’infermiera in più. L’unico dato positivo riguarda Ostetricia, dove due ostetriche sono rientrate dalla maternità e con esse anche l’emergenza.
«Avevamo chiesto l’incontro con l’Azienda per rivedere l’organizzazione del personale nel periodo di nuova emergenza, ossia Natale e Capodanno – spiega Fausto Abbà, responsabile Uil Fpl Pavia –. Va bene accorpare, ad esempio Trauma e Chirurgia per smaltire un po’ di ferie, ma il piano va individuato per tempo a livello aziendale».
«Se siamo soddisfatti? Assolutamente no – commenta Gilberto Creston, segretario generale Fp Cgil Pavia –. L’azienda non ci ha soddisfatto anche se sappiamo purtroppo che i limiti sono dettati da norme che non vengono stabilite a Pavia ma in particolare dalla Regione». E prosegue: «Ormai da anni le dotazioni organiche sono in caduta libera. Ogni anno si riduce sempre più il numero dei dipendenti provocando situazioni di pesante difficoltà che tutti gli ospedali pavesi o le varie unità operative denunciano. In più da quest’anno al danno si è aggiunta la beffa: la Regione ha stabilito che se i dipendenti che oggi sono a tempo determinato si vedessero trasformato il rapporto a tempo indeterminato, le aziende non potranno sostituirli con contratti a tempo determinato. O si inverte questa china e si torna a ripristinare quanto meno il turn over, oppure saremo costretti, anche nei presidi pavesi, a ridurre le prestazioni, oppure a chiudere reparti non solo nei mesi estivi e invernali. Oggi molte unità operative sono a rischio».
Fonte: http://laprovinciapavese.gelocal.it - 10 ottobre 2014