Sanità, incontro al Ministero su competenze e precarietà
“Accelerare su implementazione delle competenze e vero impegno su percorsi di stabilizzazione dei precari in sanità” è quanto chiedono Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl dopo l’incontro con il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo e il Presidente del comitato di settore regioni-sanità, Claudio Montaldo.
Nel corso dell’incontro, le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil hanno ribadito la necessità di concludere l’iter dell’Accordo sull’implementazione delle competenze che al momento giace, già sottoscritto dal Ministro della Salute, presso la Conferenza Stato Regioni. “Occorre procedere speditamente verso l’attuazione dell'art. 22 del Patto per la Salute 2014-2016, o si rischia di compromettere il tempestivo avvio dei programmi di riorganizzazione del SSN. E le professioni infermieristiche giocano un ruolo strategico nel processo, in particolare per l'attuazione dei modelli di integrazione ospedale-territorio che il nuovo Patto vorrebbe promuovere”.
Per i sindacati è positivo l’avvio di una cabina di regia compartecipata dai ministeri competenti, regioni e sindacati delle professioni sanitarie, “per dare un ruolo forte ad un coordinamento nazionale sulla regolazione della vita professionale e organizzativa degli operatori del sistema sanitario e per ribadire il tratto universale e unitario del sistema salute”.
Rispetto poi alla stabilizzazione del personale precario in sanità, per cui occorre un apposito DPCM, Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl hanno sottolineato che “dopo i rilievi del MEF e del Dipartimento della Funzione Pubblica, il nuovo testo del provvedimento costituisce più un ostacolo alla erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, che una soluzione. Infatti si rischierebbe un depauperamento del personale nei pronto soccorso ed in generale nelle aziende sanitarie per l’abbattimento della possibilità di prorogare e successivamente di stabilizzare. Per questo chiediamo di modificare subito il testo, senza attendere che sia una legge successiva a emendarlo”.
“C’è poi un problema del personale precario con contratti di co.co.co. o partita iva, per i quali il DPCM non potrebbe esprimere benefici. Anche per loro chiediamo certezze e garanzie sul futuro. E ci aspettiamo risposte concrete già al prossimo incontro”.