Ecco la riforma del Terzo Settore
Arrivata in Consiglio dei Ministri lo schema di Legge delega al Governo, che già nel titolo evidenzia i tre assi del cambiamento annunciato e previsto: “Riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”.
“Il Governo ha mantenuto gli impegni assunti approvando nei tempi previsti la legge Delega per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e del Servizio civile”. Lo ha affermato durante la conferenza stampa al termine del Cdm di questa sera il premier Matteo Renzi. ”Servizio civile universale, 5 per mille stabilizzato per legge, obbligo di trasparenza per le associazioni che ne beneficeranno, riforma del Codice civile: sono le tappe di una grande svolta per il settore, un impegno che ho assunto a Lucca, all’assemblea delle associazioni di volontariato e che ho mantenuto”. Il ministro Poletti, ha annunciato Renzi, spiegherà domani i dettagli della legge Delega, ma c’è compiacimento da parte del premier per l’arrivo quasi contemporaneo in Parlamento, ”tra una quindicina di giorni – prevede Renzi – della riforma della Cooperazione, attesa da 27 anni”. Soddisfazione anche per l’approvazione, anticipa il premier, della possibilità per tutti i giovani di che lo chiedono accedere al Servizio civile: ”È un modo per dire ai giovani, voi credete a un concetto bello di patria, a un patriottismo dolce”, ha concluso Renzi.
Questo l’impianto della legge delega che siamo in grado di anticipare.
L’art. 1 è dedicato a delineare scopo, tempi e oggetto della Legge delega che dice che il Governo entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della delega deve addottare “uno o più decreti legislativi recanti il riordino e la revisione organica della disciplina degli enti privati del Terzo settore e delle attività che promuovono e realizzano finalità solidaristiche e di interesse generale, anche attraverso la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale, in attuazione del principio di sussidiarietà, al fine di sostenere la libera iniziativa dei cittadini associati per perseguire il bene comune, elevare i livelli di cittadinanza attiva, coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona e valorizzando al contempo il potenziale di crescita ed occupazione del settore”. I tempi previsti sono perciò ipotizzabili in circa 12 mesi.
Sempre all’art. 1 gli obiettivi della legge: a) Revisione del Libro primo, Titolo secondo, del Codice civile scritto nel 1942; b) riordino e al necessario coordinamento delle altre disposizioni vigenti, compresa la disciplina tributaria anche con l’adozione di un Testo Unico; c) revisione della disciplina in materia di impresa sociale; d) revisione della disciplina in materia di servizio civile
L’articolo 2 prevede una delega al governo per disciplinare la costituzione, l’organizzazione, le forme di governo ed il ruolo degli enti che, con finalità ideale e senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, di valorizzazione della partecipazione e di solidarietà sociale, ovvero producono o scambiano beni o servizi di utilità sociale, anche attraverso forme di mutualità con fini di coesione sociale. Secondo questi principi: a) riconoscere e garantire il più ampio esercizio del diritto di associazione; b) riconoscere e favorire l’iniziativa economica privata, svolta senza finalità speculative, diretta a realizzare in via principale la produzione o lo scambio di beni o servizi di utilità sociale o d’interesse generale; c) definire le finalità non lucrative e le attività solidaristiche e di interesse generale che caratterizzano gli enti del Terzo settore; d) riorganizzare e semplificare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica e disciplinare il relativo regime di responsabilità limitata degli enti riconosciuti come persone giuridiche; e) definire forme e modalità di organizzazione e amministrazione degli enti ispirate ai principi di democrazia, uguaglianza, pari opportunità, partecipazione degli associati e dei lavoratori e trasparenza; f) riorganizzare il sistema di registrazione degli enti e di tutti gli atti di gestione rilevanti secondo criteri di semplificazione, attraverso la previsione di un registro unico del Terzo settore; g) valorizzare il ruolo degli enti nella fase di programmazione, a livello territoriale, relativa anche al sistema integrato di interventi e servizi socio-assistenziali, di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale
L’articolo 3 prevede “di procedere al riordino” e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di attività associative, di volontariato e di promozione sociale, in particolare della legge-quadro sul volontariato (legge 11 agosto 1991, n. 266) e della legge di disciplina delle associazioni di promozione sociale (legge 7 dicembre 2000, n. 383).
L’articolo 4 si compone di una delega al governo finalizzata al necessario riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di impresa sociale, in particolare della disciplina dettata dal decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 155, secondo quanto già indicato nelle Linee Guida del 12 maggio scorso.
L’articolo 5 comprende una delega al governo al fine di procedere al riordino e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di servizio civile, in particolare della disciplina dettata dal decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77 e della legge istitutiva del servizio civile nazionale (legge 6 marzo 2001, n. 64), finalizzata all’istituzione di un servizio civile nazionale universale. Anche qui secondo quanto già indicato nelle Linee guida del maggio scorso ma con due importanti nuove sottolineature: la prima,“definizione dello status giuridico dei giovani ammessi al servizio civile universale, prevedendo l’instaurazione di uno specifico rapporto di servizio civile non assimilabile al rapporto di lavoro, con previsione della non assoggettabilità della prestazione ad alcuna disposizione fiscale o tributaria”. La seconda: riconoscimento e valorizzazione delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio civile universale in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativocivile circa 100mila giovani tra i 18 e 28 anni.
L’articolo 6 prevede una delega al governo per il riordino e l’armonizzazione della disciplina tributaria applicabile agli enti di cui all’articolo 1 e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio nel rispetto della normativa dell’Unione europea, dell'invarianza dei saldi di finanza pubblica e tenuto conto di quanto disposto ai sensi della legge 11 marzo 2014, n. 23. Sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi: a) nuova definizione di definizione di ente non commerciale ai fini fiscali; b) razionalizzazione e semplificazione del regime di deducibilità e detraibilità dal reddito delle persone fisiche e giuridiche delle erogazioni liberali, in denaro e in natura; c) revisione e stabilizzazione dell’istituto della destinazione del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alle scelte espresse dai contribuenti in favore degli enti di cui all’articolo 1; d) previsione per le Imprese sociali di di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali on line, in analogia a quanto previsto per le start-up innovative; di misure fiscali agevolative, volte anche a favorire gli investimenti di capitale, dell’istituzione di un apposito fondo rotativo destinato a finanziarle; e) introduzione di meccanismi volti alla diffusione dei titoli di solidarietà e di altre forme di finanza sociale finalizzate a obiettivi di solidarietà sociale; f) promozione dell’assegnazione in favore degli enti di cui all’articolo 1 degli immobili pubblici inutilizzati, nonché, tenuto conto della disciplina in materia, dei beni immobili e mobili confiscati alla criminalità organizzata, secondo criteri di semplificazione e di economicità, anche al fine di valorizzare in modo adeguato i beni culturali e ambientali
All’Articolo 7 il compito più difficile, quello di stabilire le coperture necessarie. Si parla di circa 360 mln sul 2015, di cui 60 (che si vanno ad aggiungere ai 400 previsti) per far sì che il 5 per mille sia finalmente distribuito nel rispetto della volontà espressa dai contribuenti. E il resto a finanziare il Servizio civile Univesale.
Fonte: Vita.it - 13 luglio 2014