Orari di lavoro e riposi in sanità: no deroghe su applicazione norma Ue

Orari di lavoro e riposi in sanità: no deroghe su applicazione norma Ue

Orari di lavoro e riposi in sanità: no deroghe su applicazione norma Ue

“No a deroghe ma sì a un confronto, in sede di rinnovo del contratto nazionale, su orari di lavoro e organizzazione”. È questa in sintesi la posizione di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl al termine dell'incontro di oggi all'Aran in vista dell'entrata in vigore, il 25 novembre, della normativa europea su riposo e orari di lavoro in sanità che prevede il rispetto delle 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore e di non superare le 48 ore lavorative settimanali.

“Basta turni massacranti, basta organici risicati, basta disorganizzazione: per garantire sicurezza dei pazienti e qualità delle cure la sanità pubblica ha bisogno di operare con personale sufficiente, in condizioni di lavoro adeguate” attaccano i sindacati. “Dopo anni in cui il problema è stato colpevolmente ignorato e lasciato marcire, non siamo disponibili ad affrontare una trattativa che abbia come obiettivo quello di definire deroghe all'applicazione delle norme europee e nazionali in materia di orario e riposi. Che vorrebbe dire continuare a scaricare sul personale sanitario del SSN, che già opera in condizioni di insostenibile disagio organizzativo, gli effetti di una colpevole inerzia da parte di chi avrebbe dovuto provvedere agli interventi di riorganizzazione e riqualificazione del sistema”.

Cgil, Cisl e Uil si dicono invece “disponibilissimi ad un confronto per l'applicazione delle norme in materia di riposo e orario e per interventi sull'organizzazione e il personale, compresa la stabilizzazione dei lavoratori precari. Riteniamo però che la sede in cui questi temi possono essere affrontati insieme sia esclusivamente il tavolo per il rinnovo del Contratto nazionale, che va adeguatamente finanziato, implementando le risorse previste nel legge di Stabilità”.

“Respingiamo al mittente ogni tentativo di addossare al sindacato la responsabilità delle conseguenze di un mancato accordo” aggiungono le organizzazioni sindacali. “Responsabilità che invece devono essere assunte da chi ha ignorato il problema fino a 15 giorni prima della scadenza del 25 novembre, utilizzando l'anno trascorso dall'approvazione della legge 161 non per affrontare i necessari interventi organizzativi e sul personale, ma addirittura per concordare ulteriori tagli al finanziamento del Servizio sanitario. E infine invitiamo Regioni e Ministeri competenti a vigilare sulla corretta applicazione della normativa su permessi e riposi a partire dal prossimo 25 novembre”.

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