Manca personale, allarme al S. Matteo

Manca personale, allarme al S. Matteo

Manca personale, allarme al S. Matteo

La Uil: «Siamo ridotti ai minimi termini, servirebbero 145 tra infermieri, ausiliari e tecnici». Tagli con i pensionamenti.

Mancano infermieri, operatori socio sanitari, ostetriche, tecnici di laboratorio e di radiologia per far funzionare gli ospedali della provincia, policlinico in primis. e la denuncia della Uil che ieri ha presentato i conti fatti, reparto per reparto, al policlinico e all’Azienda ospedaliera. Il risultato? Mancherebbero 145 tra infermieri, ostetriche, oss, tecnici di laboratorio e di radiologia, operatori tecnici al San Matteo, 87 all’Azienda ospedaliera, di cui 41 infermieri e 28 Oss.

«Manca personale per far funzionare i reparti – spiega Susanna Cellari, Uil Fpl– Nel 2013 con l’amministrazione del San Matteo avevamo contato 253 persone mancanti. Nel frattempo sono state introdotte unità nuove che tuttavia rapportate al numero di pensionamenti non sono state sufficienti per garantire il buon funzionamento dell’ospedale: tutti i reparti del policlinico stanno lavorando da mesi al livello che si deve garantire in caso di sciopero. In alcuni periodi anche sotto questo livello. Ma i minimi assistenziali non forniscono ai cittadini un servizio d’eccellenza. Con 145 unità di personale in più, che non sono comunque l’ottimo, l’assistenza sarebbe migliore». Al San Matteo, le carenze maggiori secondo la Uil sono nelle chirurgie specialistiche (9 infermieri e 4 oss mancanti) a malattie infettive (6 infermieri), nelle medicine (6) in pronto soccorso (6 infermieri e 5 oss). Gravi carenze anche di tecnici: 9 tecnici di laboratorio e 9 tecnici radiologi nei servizi, dove mancano anche 3 oss e un infermiere. «Questo comporta che per esempio nelle Rianimazioni da più di un anno si siano ridotti i posti letto – spiega Cellari – Nella Rianimazione 1 da 12 a 10, nella 3 da 10 a 8 e così aumentano le liste d’attesa per gli interventi e dall’altro lato si cerca di garantire il turnover in rianimazione andando a pesare sulle Medicine».

«A queste carenze – aggiunge Marco Grignani, Uil Fpl– si aggiunge un gran numero di lavoratori precari e interinali. Sono assunti con contratti a tempo circa 60 infermieri, 54 Ossm 5 ostetriche e 8 tecnici di laboratorio, interinali 27 infermieri, 33 oss, 43 tra magazzinieri, afddetti allo smaltimento rifiuti, operatori della farmacia, della cucina, della lavanderia. E gli interinali continuano ad aumentare perché, col turnover bloccato al 45% questi contratti vanno a coprire posti prima occupati da personale a tempo indeterminato andato in pensione, per far funzionare l’ospedale».

«Stiamo ancora aspettando dalla Regione la conferma per il 2015 delle assunzioni a tempo fatte per permettere l’apertura del Dea (circa 30 tra oss e infermieri), – spiega Mimmo Galeppi, Uil Fpl –. Invece la Regione nelle prime assunzioni del 2015 ha dimenticato completamente Pavia: dove sono i nostri politici? Perché un tempo qui arrivavano risorse e personale, si costruivano nuovi ospedali e ora nonostante un assessore regionale, consiglierie parlamentari il sistema della sanità pavese sembra essere dimenticato? Ao e policlinico hanno un costo del lavoro inferiore alla media lombarda eppure non sono considerati: chiediamo ai sindaci dei Comuni dove ci sono ospedali di monitorare la riforma sanitaria per evitare ridimensionamenti». Le e aziende sanitarie devono presentare entro oggi alla Regione le richieste di personale da assumere. La Regione quest’anno non ha indicato una percentuale di sostituzione dei pensionamenti ma ha chiesto a Irccs e Aziende ospedaliere di inviare una richiesta complessiva, che comprenda anche gli interinali, sulla base dei bisogni delle strutture: poi regione decidera cosa assegnare, in base al budget.

di Anna Ghezzi

Fonte: La Provinica Pavese - 28 febbraio 2015

Condividi questa notizia