I lavoratori del Sacco vincono il ricorso sui turni

I lavoratori del Sacco vincono il ricorso sui turni

I lavoratori del Sacco vincono il ricorso sui turni

Dal 1/10/2013 il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione “Pio Istituto Ing. E. Sassi” di Gropello Cairoli aveva radicalmente mutato l’organizzazione del lavoro delle dipendenti OSS (operatrici socio sanitarie) addette all’assistenza degli anziani affidando l’assistenza notturna a una cooperativa di servizi e introducendo una nuova turnazione delle operatrici che prevedeva il riposo settimanale SISTEMATICAMENTE in ottava giornata; il tutto per risparmiare un po’ di soldi sulle spalle delle dipendenti. Tale operazione sfruttava una modifica apportata all’articolo 9 del D.Lgs 66/2003 dall’articolo 41 comma 5 del D.L. 25/6/2008 n. 112 convertito dalla L. 6/8/2008   n. 133 , per   cui   alla frase “il lavoratore ha diritto ogni sette giorni a un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive,di regola in coincidenza con la domenica” si aggiungeva “il suddetto periodo di riposo consecutivo è calcolato come media in un periodo non superiore a 14 giorni”.

Le OO.SS., unitariamente, intraprendevano una immediata e decisa lotta contro tale turnistica, gravosa e assurda, arrivando allo sciopero; nonostante ciò l’Amministrazione non si scompose e continuò a mantenere i turni predisposti. A questo punto, nel Febbraio scorso, la nostra Organizzazione Sindacale, d’intesa con un gruppo di coraggiose lavoratrici, intraprendeva una causa avanti il Tribunale di Pavia Sezione Lavoro per difendere il diritto alla salute delle lavoratrici stesse, disatteso e calpestato da parte della Fondazione. CGIL e CISL non si associavano, ritenendo la causa contro l’Amministrazione “già persa in partenza” e profetizzando un iter giudiziale di un paio d’anni. Dopo soli cinque mesi invece il magistrato ci ha dato ragione, accogliendo il ricorso da noi avviato tramite il legale con noi convenzionato, avvocato Zaffarana del Foro di Pavia.

È, questa, una grande vittoria, non solo sul piano giuridico ma anche politico perché ridà dignità e rispetto al lavoro; dà ragione alla UIL e alle sue iscritte che, una volta esperite tutte le strade vertenziali classiche (sciopero compreso col relativo costo sul piano economico), fallite queste, non hanno allargato le braccia di fronte ad un infausto destino, ma si sono rimboccate le maniche per cambiarlo. E lo abbiamo cambiato! Un particolare Grazie! Va dato anche ai nostri delegati delle RSA (Pertusati in testa) che hanno spinto e sostenuto le colleghe del Sassi e la nostra segreteria in questa battaglia.

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