Nuovo Articolo 18. Madia ribadisce: Non vale per il pubblico impiego

Nuovo Articolo 18. Madia ribadisce: Non vale per il pubblico impiego

Nuovo Articolo 18. Madia ribadisce: Non vale per il pubblico impiego

Il Ministro della Pa dopo la sentenza della Cassazione afferma che c’è stata una “lettura parziale” e che in ogni caso “nel testo unico sul pubblico impiego chiariremo anche questo aspetto in modo esplicito”. E poi sulla riforma Pa: "Decreti legislativi in Cdm entro Natale"

"Come ho già detto più volte, per il pubblico impiego la riforma dell'articolo 18 non vale, perché c'è una differenza sostanziale che è il tipo di datore di lavoro. Nel testo unico sul pubblico impiego chiariremo anche questo aspetto in modo esplicito". Queste le parole del ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia pronunciate a Bologna ad un'iniziativa sull'innovazione, dopo la sentenza della Cassazione che ha affermato come il nuovo art. 18 vale anche per il pubblico impiego. "Anche la sentenza di oggi - ha detto - letta a fondo e con attenzione, dice che di fatto quel lavoratore va reintegrato perché oggi ci sono delle norme che dicono che per i procedimenti disciplinari è così. Quindi c'è stata una lettura parziale di quella sentenza, dopo di che potranno anche esserci altre sentenze".
 
Il Ministro ha poi parlato anche dei decreti legislativi della riforma della Pa che “arriveranno in Consiglio dei ministri entro Natale. Oltre a quello sulla conferenza dei servizi, ci saranno anche quello relativo alla riduzione dei corpi di polizia e all'accesso civico generalizzato. "La seconda parte - ha detto - verrà portata in Consiglio dei ministri ai primi mesi dell'anno prossimo ed entro agosto sarà tutto pubblicato tranne il testo unico del pubblico impiego perché deve recepire le norme sulla dirigenza e quindi ha sei mesi in più". Un punto fondamentale della riforma, ha detto Madia, "sarà l'agenda digitale, non come un tema di nicchia per addetti ai lavori, perché l'innovazione tecnologica non è uno strumento ma è lo strumento per rendere la pubblica amministrazione più competitiva e democratica". 

Fonte: Quotidiano Sanità - 02 dicembre 2015

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