Maugeri al Tar contro i tagli di Fontana a rischio 300 posti di lavoro

Maugeri al Tar contro i tagli di Fontana a rischio 300 posti di lavoro

Maugeri al Tar contro i tagli di Fontana a rischio 300 posti di lavoro

 

 

 

La Maugeri annuncia trecento licenziamenti se la Regione confermerà la richiesta di restituire 33 milioni di euro per la ricerca erogati tra il 2012 e il 2017 e il taglio di 7 milioni all'anno sulle maggiorazioni tariffarie già da quest'anno. Lo ha comunicato ieri ai sindacati medici e del comparto il direttore generale degli Istituti clinici scientifici Maugeri Paolo Migliavacca. 


Ma non è ancora l'avvio di una procedura di licenziamento collettivo: Maugeri, infatti, ha presentato un ricorso al Tar contro la delibera regionale che impone la restituzione dei 33 milioni. 


E i sindacati annunciano: «Chiederemo un incontro al presidente della Regione Attilio Fontana per mostrargli le conseguenze in termini di occupazione e servizi della delibera. Anche perché lo stanziamento per la sanità non è diminuito: dunque i milioni tolti alla Maugeri andranno altrove».

 
Il peso dei licenziamenti, invece, rischia di cadere soprattutto su Pavia, dove si concentra più della metà del personale lombardo del gruppo. La deliberaIl 18 marzo la giunta regionale ha deciso di rivedere una delibera del 2010 con cui il Pirellone riconosceva una maggiore erogazione di fondi (le famose "maggiorazioni tariffarie") a enti e strutture sanitarie che fanno ricerca e insegnamento universitario per compensare le maggiori spese sostenute. 

 
Allora era Roberto Formigoni il presidente della Regione e la Maugeri, con otto istituti di ricovero e cura a carattere scientifico in Lombardia, era tra i beneficiari. Fino al 2017, però, i versamenti sono sempre stati fatti a titolo di «acconto». «Ora - ha spiegato Regione dopo l'approvazione della Dgr XI/1403 - dopo un lavoro di approfondimento, si possono calcolare i saldi in riferimento agli acconti erogati». 

 
Fino a poche settimane fa, infatti, i criteri di distribuzione dei fondi che inizialmente non erano stati precisati, non erano stati applicati per le difficoltà di interpretazione. 

Ora invece la Regione calcolerà chi ha preso più del dovuto (e deve restituire la differenza, come la Maugeri) e chi meno (e riceverà il conguaglio in entrata). 

 
«Una decisione del tutto imprevedibile e, a tutt'oggi, non comprensibile nei criteri, non noti» spiega la direzione generale della Maugeri che denuncia anche il ritardo della regione: «la legge - spiega la dg - imponeva la determinazione della maggiorazione entro l'anno successivo a quello di competenza». Nessun collegamento con le vicende giudiziarie, spiega l'azienda: «Le risorse di cui è richiesta la restituzione venivano corrisposte a fronte di un servizio di cura qualitativamente superiore anche per l'attività di ricerca correlata». 

 
Il fatto è che in alcuni servizi c'è personale in più perché impiegato nella ricerca. E di questo personale in più beneficia anche l'assistenza. Il ricorso al Tar, già notificato alla Regione, si basa dunque sul legittimo affidamento e sulla carenza di motivazione, come quello dell'anno scorso: i bilanci dal 2012 al 2017 sono infatti già approvati sulla base di acconti e cifre confermate per anni, la tesi è che la Regione non possa cambiare le condizioni in maniera retroattiva. Il concordato Maugeri ammette dunque che dovranno essere rivisti gli impegni assunti nel 2015 in seguito al sacrificio dei lavoratori, che hanno rinunciato a 8 milioni di euro di stipendi all'anno per permettere il salvataggio dell'azienda. 

 
La richiesta di restituzione sarebbe la goccia che ha fatto traboccare il vaso: in sei anni Maugeri ha infatti già subito 26.5 milioni di euro di tagli a parità di prestazioni, 15 milioni in meno per le funzioni non tariffabili e 11,5 per le maggiorazioni. Eppure, spiega Maugeri, il concordato era stato ampiamente discusso nel 2015 e la Regione che aveva deliberato l'approvazione del piano di concordato e partecipato all'assemblea dei creditori, votando a favore del piano stesso. Questo, spiega la direzione generale Maugeri, «aveva indotto gli organi della procedura a esprimere parere favorevole al piano prospettato, poi approvato dai creditori e omologato dal Tribunale, che lo ha nel 2017 dichiarato eseguito. 

 
E Trilantic Capital Partners, sulla base del piano concordatario, si è determinato a investire 65 milioni di euro in Maugeri (e ora detiene il 34% della proprietà, ndr)». Ma nei dati del concordato, la restituzione di 37 milioni non era prevista. «Intendiamo agire in tutte le sedi e con le iniziative più opportune per garantire i livelli occupazionali e stipendiali - spiegano i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uilfpl, Fials, Cisal, Cimo, Aaroi Emac, Fassid, Anpo, Anaao Assomed, Fsi usae e Cisl Medici - abbiamo già predisposto la richiesta d'incontro urgente con il Presidente della regione Lombardia per valutare le ricadute occupazionali e prestazionali delle scelte regionali». 

Anna Ghezzi

Fonte La Provincia Pavese del 3 Aprile 2019 

Scarica Articolo della Provincia Pavese

Scarica Richiesta incontro con Presidente Fontana

Scarica comunicato sindacale unitario

Inoltre in data odierna l'assessore al welfare di Regione Lombardia ha rilasciato dichiarazioni al TG 3  in merito alla situazione creatasi tra ICS Maugeri e Regione Lombardia allegata nel video sottostante

 

Guarda Video TG3

Condividi questa notizia